E se dicessimo che l'insegnante che usa le tecnologie non è un innovatore ma fa solo il suo dovere? @latiranna @Mingus2011B @danielebarca
— Antonio (@antonf) 18 Gennaio 2015
In genere rispondo a un tweet con un tweet, ma stavolta avevo da dire qualcosa di più e ne approfitto.Ma si tratta di un post domenicale scritto di getto fra il pranzo e l'uscita al parco, con tutta la farraginosità del caso.
Vero che l'insegnante che usa le tecnologie non è un innovatore ma fa soltanto il proprio dovere.
Poi, naturalmente, dipende dalle tecnologie: ci sono quelle davvero basilari e doverose e ci sono quelle talmente avanzate alle quali neppure il prof. più geek può stare dietro, a meno che non siano strettamente inerenti a quanto insegnato.
E mi sovviene una domanda in apparenza obsoleta
Mi sovviene una domanda che nell'ultimo incontro di formazione per i miei corsisti futuri Master Teacher mi ha fatto un brillante collega. Va detto che per gran parte dei miei corsisti Master Teacher la LIM è stata installata in queste ultime settimane, con Scuola Digitale in Sardegna, per cui molti di loro sono come in altre scuole 5-6 anni fa. Ecco la domanda del collega, che per molti può apparire obsoleta: "La LIM è uno strumento che implica uno stravolgimento del metodo?".
La mia risposta è stata che la LIM in linea di massima fa auspicare ma non implica uno stravolgimento del metodo: in genere, se un docente è frontale con la lavagna d'ardesia lo è anche con la LIM, mentre se attua una didattica laboratoriale/centrata sullo studente/collaborativa/etc. lo è a prescindere dalla LIM. E ho menzionato a tale proposito le buone vecchie "tecnologie di carta" di Cristina Galizia.
La LIM stravolge il metodo soltanto se un docente prima era frontale e poi improvvisamente, folgorato dalla LIM, cambia approccio. Cosa estremamente rara.
Ma ci sono tecnologie che a mio avviso stravolgono davvero e imprescindibilmente la didattica (nel metodo, ma anche e soprattutto nel tempo e nello spazio): per esempio, il web 2.0 e il cloud. E su questo non c'è bisogno che mi esprima oltre, visto che è un argomento di cui parlo spessissimo.
Anche ora che scrivo qua ricevo le notifiche dei post che gli alunni di terza stanno scrivendo nel gruppo segreto su Facebook e degli upload di materiali che gli alunni di prima stanno facendo nel proprio Portfolio virtuale su Pearltrees, per dirne una. Per i docenti ci può essere una reperibilità quasi assoluta (va gestita, naturalmente, ed è cosa per insegnanti coraggiosi e appassionati).
Ma solo gli insegnanti?
Tutti sono arbitri e tutti sono insegnanti: nel merito del nostro operato tutti si esprimono. Giustamente, perché tutti hanno a che fare con insegnanti. Ma non ho mai visto una qualche consultazione collettiva sui medici, forse mi è sfuggita.
Ecco, di recente ho toccato con mano l'importanza dell'aggiornamento tecnologico dei medici.
Non facevo una visita oculistica (a parte quella sbrigativa per il rinnovo della patente) da 10 anni: ero rimasta traumatizzata dalla fastidiosità dei macchinari sugli occhi. E sono abituata a cose ben più cruente, visto che vado spesso dal dentista (e ho da tempo tradito il mio vecchio dentista proprio per uno più innovativo tecnologicamente).
Ebbene, di recente ho fatto, insieme con mio figlio, una visita da un'oculista di un centro di recente apertura. Temevo per me, a maggior ragione temevo per mio figlio, insofferente come tutti i bambini quando si tratta di fare cose costrittive. Invece la dottoressa disponeva di una strumentazione fantascientifica che ha fatto innamorare subito mio figlio e che ha messo a mio agio me. Durante la visita con quella strumentazione spaziale, il tempo è volato senza alcun fastidio fisico. Nei giorni successivi mio figlio mi ha chiesto di andare dall'oculista, voleva proprio tornarci: non è come quando un bambino non vede l'ora di tornare a scuola? Ergo se dicessimo che il medico che usa le tecnologie non è un innovatore ma fa solo il suo dovere e che quindi tutti i medici (ma vale per tutti i professionisti) devono aggiornarsi in materia?
A volte, come cittadina, pure io abbasso la saracinesca di fronte alle innovazioni spinte
Di recente ho comprato la macchina nuova e sono rimasta colpita da certe tecnologie della cui esistenza ero ignara, non essendomi mai particolarmente interessata di vetture.
In una concessionaria Hyundai mi hanno fatto guidare una ix35, bellissima, che aveva il lunotto posteriore piccolissimo. Ora io in macchina ho una guida sportiva e disinvolta, ma se mi mettete a fare una retromarcia nel mio garage mi viene il panico: sono una che gratta i retrovisori, ecco. Ho manifestato questo timore al venditore il quale mi ha mostrato la tecnologia della telecamera posteriore (retrocamera) che consente di fare manovra senza girarsi: basta guardare il monitor. Ma guidavo piuttosto inibita e timorosa, probabilmente come un insegnante che sperimenta timidamente una didattica differente.
Ecco, mi sono sentita improvvisamente arretrata: già evito di usare il controllo vocale dell'altra macchina di famiglia preferendo i controlli manuali... sono così abituata ad aggiornarmi come insegnante che come cittadino comune non sono al passo con i tempi.
(Per la cronaca, poi ho optato per una più piccola e quindi più manovrabile - nonché meno dispendiosa - Renault Captur).
La mia macchina (per ora senza pattane) mi aspetta. E io aspetto lei. pic.twitter.com/f4SaAZQq0U
— Anna Rita Vìzzari (@latiranna) 3 Gennaio 2015
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